Confezioni ed imballaggi riutilizzabili: RePack e il suo packaging sostenibile

Amazon. Ebay. Zalando. Qualsiasi angolo dell’immenso mondo virtuale dove si annidano i negozi – più o meno grandi – dell’e-commerce. Questo è l’universo da cui, ogni giorno, vengono generate tonnellate di carta, plastica e materiali di altro genere per gli imballaggi necessari alla spedizione delle merci.
Una categoria di oggetti che fino a poco tempo fa non esisteva (o non a questi livelli) e che ora ha invaso il mercato. In più di un senso. Lo ha invaso come soggetto secondario – ossia come contenitore – e lo ha invaso come soggetto primario. Ovvero come oggetto dell’interesse di tutte quelle aziende che operano nel settore della green-economy e che oggi si stanno attivando per creare confezioni e imballaggi riutilizzabili, in modo che sempre di più si diffonda un packaging sostenibile per tutto ciò che acquistiamo online.

Un’attenzione e una necessità che hanno riscontrato anche l’interesse delle istituzioni, tanto che da alcuni anni il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, in concerto con il Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi), ha messo in essere numerose iniziative per promuovere l’invenzione di nuovi prodotti (come il “Bando per la prevenzione – Valorizzare la sostenibilità ambientale con gli imballaggi”, che nel 2018 spegnerà la sua quarta candelina). Nel 2017 ha vinto il premio un’azienda che si occupa principalmente di olio, con ben due programmi: quello che riguarda la riduzione della grammatura delle bottiglie e quello che ha eliminato il colore della preforma delle bottiglie.
Uno dei progetti attualmente più all’avanguardia nel settore del packaging sostenibile è quello del RePack, una startup nata in Finlandia che ha scelto fin da subito di specializzarsi nell’ideazione, nella vendita e nella gestione di imballaggi riutilizzabili e riciclabili che potessero alleggerire la filiera del commercio da questa mole di rifiuti che si produce ogni giorno.

Il sistema pensato dagli ingegneri finlandesi è semplice e diretto e proprio per questo molto innovativo: le aziende clienti della startup possono scegliere di acquistare dei contenitori riciclati da proporre a loro volta a chi sceglie di acquistare presso il loro negozio online. Un’opzione sicuramente più cara, ma che diventa una possibilità tra le tante: l’utente finale può quindi decidere di mettere la spunta sull’opzione RePack e aderire ad un circuito pensato per chi utilizza un packaging sostenibile. Ma perché quel RE nel nome dell’azienda che fa pensare a una ripetizione? Perché i prodotti di questa startup possono essere riutilizzati fino a quaranta volte, con un notevole risparmio in termini di ecologia. Al cliente finale non costa nulla: basta rimandare indietro il cartone una volta disimballato e preso possesso dell’oggetto acquistato.
Un’opzione che non solo è estremamente positiva per l’ambiente (secondo diversi studi, gli imballaggi eco-sostenibili di questo tipo possono portare a un calo delle emissioni di CO2 che va dall’80 all’85 per cento), ma che crea anche un’economia circolare più che utile in un periodo di crisi. Il tutto grazie a un incentivo al riutilizzo, che avviene sotto forma di sconto: a ogni pacco correttamente inviato alla casa produttrice dopo l’utilizzo, corrisponderà al cliente un 10% in meno sul totale dell’acquisto successivo. E con un ulteriore risparmio economico sulla materia prima: più pacchi vengono riciclati, meno carta viene acquistata e, a fronte di un minor numero di alberi abbattuti, cala anche notevolmente il costo degli imballaggi per le aziende. Che potranno avere guadagni più alti e proporre offerte più interessanti ai propri clienti.

Insomma, un circolo virtuoso a tutti gli effetti, dove azienda e cliente possono cooperare, partecipando attivamente e in prima persona ad un business (quello degli imballaggi) che sta diventando sempre più sostenibile.