Eureka! Come e perché le migliori idee arrivano all’improvviso

Sotto la doccia, durante il sonno: i lampi di genio giungono senza preavviso, ma da cosa dipendono i cosiddetti Eureka moments?
Sembra un modo di dire ma un fondo di verità c’è: pare infatti che le migliori idee arrivino proprio quando ci troviamo sotto la doccia, ma perché l’illuminazione si palesa tra una noce di balsamo e l’altra?
Gli scienziati li definiscono Eureka moments, anche noti come Aha! moments. Si tratta di momenti in cui il cervello “stacca la spina” e i pensieri iniziano a “vagare”. Il fenomeno si manifesta quando siamo impegnati in attività di routine, automatiche, in cui non sono richieste concentrazione o attenzione. Il tepore dell’acqua calda e la fragranza dello shampoo non c’entrano nulla!
Cosa succede al cervello durante un Eureka moment

Il cervello umano è un organo estremamente complesso e la scienza ne conosce soltanto una piccolissima parte. Tuttavia, sappiamo che i lobi frontali sono l’area della corteccia cerebrale deputata al controllo e alla presa di decisioni. Avete presente Inside Out, il film animato della Pixar? Il luogo in cui è ambientata parte della storia è una sala di regia, con tanto di consolle, joystick e pulsantoni multicolore. La cabina di regia rappresenta la mente, il luogo in cui i protagonisti della vicenda – le emozioni – convivono, preservando i ricordi e stimolando le idee.
La corteccia prefrontale funziona proprio come una sala di regia: è un vero e proprio centro direzionale. Quando è in funzione, ci fa essere vigili e reattivi all’ambiente circostante; quando non lo è, la soglia dell’attenzione cala e le idee iniziano a muoversi liberamente. È allora che si manifesta l’idea geniale!
Da dove nasce il lampo di genio: il pensiero laterale e le libere associazioni
Un gesto tipico che anticipa il fatidico aha! è quello di chi strizza gli occhi, li riapre e rivolge lo sguardo verso l’alto per un istante. Vuol dire che il nostro interlocutore non ci sta prestando attenzione? Tutt’altro! Sta avendo una rivelazione!
Quando spostiamo lo sguardo verso un punto indefinito, al di sopra della nostra testa, contemporaneamente si sta attivando l’area del cervello deputata al rilassamento, la stessa che si attiva durante il sonno, per intenderci. Le onde alfa, che si trovano proprio lì, iniziano a propagarsi mettendo a riposo la coscienza: l’idea impiegherà qualche secondo per attraversare la diga, ormai aperta. Questo è quel che accade quando stiamo per addormentarci e in rarissimi momenti di veglia. Cosa succede invece quando l’illuminazione arriva a occhi aperti?
Secondo alcuni scienziati, la creatività così come la genialità, dipenderebbe soltanto da un’area del cervello, l’emisfero destro, specializzato nell’elaborazione delle immagini e nell’interpretazione delle emozioni mentre l’emisfero sinistro sarebbe quello deputato al controllo, al linguaggio e alla ragione. Tuttavia, studi più recenti, dimostrano che i due emisferi dialogano e collaborano e dunque la creatività è il risultato della combinazione di fattori diverse, soprattutto di una mescolanza di ricordi verbali e visivi, di cui siamo più o meno coscienti (forse vorresti sapere di più su come diventare più creativi).
Il pensiero laterale è la manifestazione di questa collaborazione perché consiste nella capacità della mente di risolvere problemi percorrendo strade alternative. L’approccio diretto o quello canonico, spesso, portano a uno scontro o alla cosiddetta “crisi della pagina bianca”. Abbandonare l’angolazione standard e tentare un nuovo approccio, invece, stimolerà le libere associazioni e aiuterà le idee geniali ad emergere spontaneamente.
Eureka moments famosi

La parola eureka deriva dal verbo greco eurisco che significa trovare. Il termine è entrato nell’uso comune grazie ad Archimede. La famosa esclamazione Eureka! Ho trovato!, infatti, viene attribuita al matematico siracusano che, immergendosi in una vasca da bagno, scoprì il principio del galleggiamento dei corpi (vedi immagine sopra). Da allora, ogni volta che si vuole esprimere l’entusiasmo per una nuova scoperta, si esclama Eureka!
Un altro aneddoto famoso riguarda Isaac Newton, teorico della legge di gravitazione universale. Chi non ha mai sentito parlare della storia della mela caduta dal ramo?
Charles Darwin invece, padre della teoria evoluzionistica, dovette arrivare fin sulle isole Galápagos per avere una folgorazione, senza sapere che in realtà aveva già scritto decine e decine di pagine zeppe di annotazioni a proposito di quella che, un giorno, sarebbe diventata una teoria conclamata. Sarebbe bastato rimettere in ordine gli appunti e fidarsi del proprio istinto – più potente dell’intelligenza, per citare Steve Jobs. Ad ogni modo, è andata bene anche così.
5 consigli per allenare il pensiero laterale e stimolare le idee
1. Frequentare spazi condivisi, in cui c’è rumore

Steven Johnson, durante una conferenza tenuta nel 2010 per TedX, ha raccontato che dietro le grandi idee della storia c’è spesso una caffetteria. Sì, esatto: una sala gremita di gente in cui sorseggiare del buon caffè. La ragione è assai semplice: i luoghi affollati ci estraniano dai nostri pensieri e così, le idee, possono muoversi liberamente, scontrarsi e dare vita a una scintilla, il cosiddetto momento eureka!
2. Distrarsi

Da principio fu Google ma oggi sono ormai decine le aziende che offrono ai dipendenti la possibilità di distrarsi. Sembra paradossale ma staccare gli occhi dallo schermo, fare pausa insieme ai colleghi, dedicarsi a un’attività completamente diversa, che sia un hobby, uno sport o una passeggiata all’aria aperta, favorisce il pensiero laterale e stimola la creatività intesa non soltanto come l’epifania di un lampo di genio, ma anche come la capacità di trovare soluzioni alternative a un problema difficile.
3. Prendere appunti

Tenere sempre un taccuino a portata di mano aiuta a immortalare le buone idee. Anche disegnare mappe mentali è un modo utile per memorizzare un concetto attraverso le immagini. Non dimentichiamo le opportunità offerte dalla tecnologia: il block notes dello smartphone, il registratore vocale e anche le app per prendere appunti, come Evernote e Trello.
4. Confrontarsi e condividere

Spesso le buone idee sono il risultato di grandi alleanze. Succede di frequente, infatti, che da menti diverse nascano idee innovative, perché saperi diversi percorrono strade alternative verso una meta comune. Condividere un’idea, inoltre, consente di comprendere qual è il margine di miglioramento.
5. Prendere ispirazione ma senza copiare

Osservare quel che fanno i competitor, indagare un settore, approfondire un argomento: il pensiero ha bisogno di essere nutrito per espandersi ai lati! Quel che ci circonda è fonte di ispirazione quindi, se la crisi della pagina bianca incalza, lasciatevi ispirare dall’ambiente circostante, ma senza copiare!